Nota, p. V Cronologia della vita di Sibilla Aleramo, XI
Un amore insolito. Diario 1940/1944
Una lettura di Lea Melandri, 459 Indice dei nomi, 473
Sibilla Aleramo, l'autrice di Una donna, ha sessant'anni quando inizia la sua relazione con Franco Matacotta, allora poeta sconosciuto e ventenne. Relazione che pur fra gli strappi e le lacerazione degli ultimi tempi dura dieci anni. È l'ultimo amore della scrittrice la cui vita sentimentale era stata folta di "incontri", molti dei quali con personaggi noti negli ambienti artistico-letterari del suo tempo: Cena, Papini, Cardarelli, Boccioni. Cascella, Boine, Campana, Emanuelli, Quasimodo. Il rapporto tra Sibilla Aleramo e Franco Matacotta ci viene restituito in queste pagine, che ne svelano i risvolti più intimi e tempestosi, in tutta la loro complessità: una donna ama un ragazzo, un poeta alle prime armi ama una donna famosa, una donna forte ama un debole, il debole e il piu forte. I due si incontrano nel gennaio 1936. Sibilla è reduce dalla sfortunata relazione con il poeta Salvatore Quasimodo. Franco Matacotta, appena giunto a Roma da Fermo, le ha scritto, le ha mandate i suoi versi. I primi anni li vedono protagonisti di un felice periodo di vagabondaggio, ma già nel 1940 I'Aleramo registra la presenza di tensioni che si faranno sempre piu frequenti e profonde. In queste pagine annotate quasi quotidianamente dalla donna, sono dispiegati tutti i meccanismi della coppia. Vi svolgono un ruolo determinante la gran differenza d'età e la condizione intellettuale dei due. Lungo i giorni (la tensione del rapporto da nuovo vigore alia scrittura dell'Aleramo), si alternano possesso, dipendenza e sopraffazione reciproci. I due, contendendosi il primato della sofferenza, giocano tutta una serie di partite esercitandosi anche al ricatto estremo: la minaccia di suicidio. Il ragazzo timido e impacciato venuto dalla provincia è attratto dal miraggio della fama dell'Aleramo e del mondo letterario di cui essa fa parte si rivelerà una personalità inquieta e scontrosa. Lui è crudele nei confronti di lei, ha moti di insofferenza e di irrisione, accampa il diritto alla propria giovinezza e alla propria libertà salvo ad attingere continuamente conforto e aiuto dalla donna. L'Aleramo, affermando imperiosamente la propria maternità spirituale, invischierà il Matacotta nella rete di un affetto che ricorderà al ragazzo quello della madre, cui si è sottratto allontanandosi da Fermo. L'Aleramo ha il timore di non bastare alla giovinezza del suo amico, ma è convinta con cocciuta determinazione di essergli indispensabile. La sua forza vitale ha spesso ragione della debolezza di lui, ma è la debolezza di lui a determinare il percorso di tutto il loro rapporto. I lamenti della donna sono altissimi. Solo dopo il definitivo distacco Sibilla si comporrà "nell'accettazione e nel silenzio". Sono gli anni della guerra, l'Aleramo registrerà con sempre maggiore sgomento il dilagare del conflitto nel mondo, il precipitare della situazione bellica, la caduta di Mussolini e di Hitler, per arrivare piena di speranza alla Liberazione, alla pace, alla ripresa. Lea Melandri rilegge appassionatamente, 40 anni dopo, questa testimonianza "della sofferenza e della coscienza femminile".
Il rapporto tra Sibilla Aleramo e Franco Matacotta ci viene restituito in queste pagine, che ne svelano i risvolti più intimi e tempestosi, in tutta la loro complessità: una donna ama un ragazzo, un poeta alle prime armi ama una donna famosa, una donna forte ama un debole, il debole e il piu forte.
I due si incontrano nel gennaio 1936. Sibilla è reduce dalla sfortunata relazione con il poeta Salvatore Quasimodo. Franco Matacotta, appena giunto a Roma da Fermo, le ha scritto, le ha mandate i suoi versi.
I primi anni li vedono protagonisti di un felice periodo di vagabondaggio, ma già nel 1940 I'Aleramo registra la presenza di tensioni che si faranno sempre piu frequenti e profonde.
In queste pagine annotate quasi quotidianamente dalla donna, sono dispiegati tutti i meccanismi della coppia. Vi svolgono un ruolo determinante la gran differenza d'età e la condizione intellettuale dei due.
Lungo i giorni (la tensione del rapporto da nuovo vigore alia scrittura dell'Aleramo), si alternano possesso, dipendenza e sopraffazione reciproci. I due, contendendosi il primato della sofferenza, giocano tutta una serie di partite esercitandosi anche al ricatto estremo: la minaccia di suicidio.
Il ragazzo timido e impacciato venuto dalla provincia è attratto dal miraggio della fama dell'Aleramo e del mondo letterario di cui essa fa parte si rivelerà una personalità inquieta e scontrosa. Lui è crudele nei confronti di lei, ha moti di insofferenza e di irrisione, accampa il diritto alla propria giovinezza e alla propria libertà salvo ad attingere continuamente conforto e aiuto dalla donna. L'Aleramo, affermando imperiosamente la propria maternità spirituale, invischierà il Matacotta nella rete di un affetto che ricorderà al ragazzo quello della madre, cui si è sottratto allontanandosi da Fermo.
L'Aleramo ha il timore di non bastare alla giovinezza del suo amico, ma è convinta con cocciuta determinazione di essergli indispensabile.
La sua forza vitale ha spesso ragione della debolezza di lui, ma è la debolezza di lui a determinare il percorso di tutto il loro rapporto. I lamenti della donna sono altissimi. Solo dopo il definitivo distacco Sibilla si comporrà "nell'accettazione e nel silenzio". Sono gli anni della guerra, l'Aleramo registrerà con sempre maggiore sgomento il dilagare del conflitto nel mondo, il precipitare della situazione bellica, la caduta di Mussolini e di Hitler, per arrivare piena di speranza alla Liberazione, alla pace, alla ripresa.
Lea Melandri rilegge appassionatamente, 40 anni dopo, questa testimonianza "della sofferenza e della coscienza femminile".